Da giorni nella nostra Regione
non si fa altro che parlare dei maxi-manifesti fatti affiggere regolarmente
dall’Associazione Pro Vita per denunciare le conseguenze terribili di un
aborto… È
bastato semplicemente annunciare l’arrivo di questi manifesti a Perugia per
scatenare da subito un “putiferio”: immediatamente i soliti “compagni” si sono
stracciati le vesti e hanno iniziato a pressare la giunta Romizi,
consigliandogli (si fa per dire…) la rimozione istantanea dei manifesti con i
consiglieri PD Bistocchi e Bori e con continue mail di protesta alla posta del
Sindaco. Pure l’immancabile CGIL, invece di pensare ai risultati disastrosi in
termini di difesa dei posti di lavoro, ha immediatamente preso posizione contro
la presenza dei manifesti: chissà perché quando c’è da alzare la voce per gli
operai e le operaie i “solerti” sindacalisti non mostrano MAI lo stesso
“furore”… Non contenti, i “democratici” compagni pro-aborto hanno pensato bene
di imbrattare questi manifesti e di “oscurarli” con della vernice, a Perugia e
a Marsciano: ecco i nuovi Inquisitori!!! Ancora una volta questa gente dà
sfoggio della loro arroganza, della loro presunzione, del “rispetto” che hanno
verso chi la pensa diversamente, e dei loro concetti di “dialogo” e di
“democrazia”: è democrazia solo se hanno ragione loro, come avviene nei paesi
comunisti da loro tanto amati! Contro i manifesti di Pro Vita è stato detto di
tutto: “urtanti”, “cruenti”, “odiosi”, “beceri”, “frutto d’ignoranza e
intolleranza”, “frutto di tempi malati” e chi più ne ha più ne metta. Si è
arrivati ad urlare una «propaganda sulla pelle delle donne per criminalizzarle», manca
solo l’accusa di “crimini di guerra” e il patibolo contro l’Associazione Pro
Vita e il cerchio è chiuso!!! Il sindaco di Magione ha già deciso di far
rimuovere una delle icone dal suo Comune, con buona pace della libertà di
opinione e del diritto ad esprimere liberamente il proprio pensiero,
espressamente riconosciuto e tutelato dalla nostra Costituzione! La stessa
Costituzione tanto evocata dalla sinistra quando gli fa comodo… Persino il
sindaco di Marsciano, che vorrebbe imitare il suo “compagno” di Magione, ha
detto di non credere che «ricorrano i
presupposti né costituzionali né normativi per un intervento di censura»…
Qui casca l’asino: la sinistra vuole la censura, alla faccia della
democrazia!!! Ma perché dei manifesti fanno così paura? Perché hanno scatenato
tali reazioni di fuoco (queste sì violente)? Forse perché l’Associazione Pro
Vita ha avuto il coraggio di mettere sotto gli occhi di tutti la cruda realtà?
Forse perché si ribadisce il sacrosanto principio che una vita è vita fin dal
grembo materno? Forse perché si descrive l’aborto per quello che è, insieme ai
suoi effetti devastanti? In questo paese non si può più nemmeno fare un appello
a non abortire e ad accogliere una nuova vita? Gli abortisti scandalizzati si
appellano al “dogma” della Legge 194 che ha legalizzato l’aborto, ma
dimenticano il principio supremo della «tutela alla vita» che persino questa
Legge riconosce, come ha ricordato il consigliere Sergio De Vincenzi in
Consiglio Regionale… Io, come donna e mamma di tre figli, non mi sento affatto
offesa da questi manifesti né ritengo lesa la mia dignità. Gli unici ad
offendere semmai sono i “soliti” compagni, capaci solo di rispondere con
slogan, insulti, sabotaggi e censure!
Carla
Spagnoli
Presidente
Movimento per Perugia
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